Jvari, Mtskheta

Jvari, Mtskheta

Il tempio monastico di Jvari, immortalato da Michail Lermontov nella poesia Mtsyri, è il più antico monumento di culto costruito agli inizi del cristianesimo georgiano, nel VI secolo (585–604). Il nome Jvari significa “croce” in lingua georgiana. Questo spiega l’antica leggenda secondo cui fu proprio lì che Santa Nino di Cappadocia pose la Croce Sacra, simbolo dell’accettazione del cristianesimo da parte della Georgia. In seguito, sopra quella croce fu costruito il Tempio della Santa Croce. Vale la pena ricordare che il piccolo tempio di Jvari fu costruito per primo (oggi in rovina accanto al tempio principale), mentre il grande Jvari fu eretto successivamente con lo scopo di conservare la reliquia della Sacra Croce. Secondo antichi documenti, la Croce era visibile da lontano e fu oggetto di venerazione fino al VI secolo.

Il tempio del monastero di Jvari, Mtskheta

“Le colonne della porta abbattuta, le torri e l'arco della chiesa...” — così Lermontov descriveva Jvari. Oggi, Jvari conserva lo stesso aspetto di quando fu visitato dal grande poeta classico russo. Le mura di pietra crollate, l’arco d’ingresso e il tempio stesso appaiono maestosi e solenni. La sua bellezza ascetica si esprime nelle proporzioni ideali delle navate e della cupola, nelle linee rigorose e rettilinee, nella levigatezza delle pareti esterne, prive di elementi decorativi superflui, ad eccezione dei rilievi scolpiti sulle facciate. Esternamente, il tempio si presenta come un grande tamburo ottagonale, coronato da una cupola esagonale a cuspide. Quattro ambienti secondari affiancano il tempio su due lati.

Il tempio del monastero di Jvari, Mtskheta

L’interno di Jvari non è meno armonioso: i classici puri, solidi e compiuti incantano per la loro perfezione. L’interno della chiesa è decorato da un mosaico, oggi conservato solo in alcuni frammenti. Al centro del tempio si possono ancora vedere le fondamenta su cui era fissata la Croce Sacra portata da Santa Nino di Cappadocia.

Jvari si trova sul bordo di un’alta roccia ed è in perfetta armonia con la natura severa ma estremamente pittoresca della zona. Ai piedi del promontorio scorrono rumorosamente il Kura e l’Aragvi, i due fiumi più celebri della Georgia. Di fronte si apre l’ampio panorama di Mtskheta. Sulle pendici ventose nei pressi di Jvari cresce il cosiddetto Albero dei Desideri, meta di pellegrinaggi: i fedeli vi legano nastri con la speranza che i loro desideri vengano esauditi.

Nel 1996 il monastero di Jvari è stato riaperto al culto.

Il tempio del monastero di Jvari, Mtskheta